giovedì 25 dicembre 2014


Giuseppe Salvatore Candura






Giuseppe Salvatore Candura, figlio del professor Francesco e di Marianna Romano, nasce a Barrafranca l’8 giugno 1899. Primo di tre fratelli, Giovanni Eraldo e Angelo, compie regolari studi presso il Liceo-ginnasio di Caltanissetta e, nel 1918, si iscrive alla Facoltà di Scienze naturali dell’Università di Napoli.
Il protrarsi della prima guerra mondiale lo costringe a interrompere gli studi per adempiere agli obblighi militari come ufficiale degli alpini. Ritornato alla vita civile, riprende con la sua solita passione gli studi e, nel 1923, si laurea a pieni voti in Scienze naturali.
Chiamato ad insegnare alla Scuola superiore agraria di Napoli, accanto al celebre professor Filippo Silvestri, Giuseppe Candura si dedica allo studio della biologia e della morfologia degli insetti, pubblicando diverse monografie sugli studi compiuti.
Passato a dirigere l’Osservatorio fitopatologico per la Venezia Tridentina, dopo aver vinto il regolare concorso, Candura continua i suoi studi e le sue ricerche e, nel 1931, acquisisce la libera docenza presso l’Università di Napoli e, in seguito, presso le Università di Bari e di Pavia.
Studioso e ricercatore, fu autore di oltre 150 pubblicazioni, oltre a innumerevoli articoli di divulgazione scientifica, tra cui ricordiamo: La Solfara di Giambattista nel territorio di Barrafranca (Caltanisetta), Officina Cromotipografica "Aldina", Napoli 1926; Contributo alla conoscenza della vera tignola del grano (Sitotroga cerealella Oliv.). - Boll. Lab. Zool. gen. agr. R. Scuola sup. Agric., Portici 926; Studio sulla tignola del fieno (Ptychopoda herbariata F.), Tip. Vesuviana Ernesto della Torre, Portici 1931; Le cocciniglie, Tipografia Nappa & Pagano, Napoli 1932; Studi e ricerche sugli insetti viventi nelle paste alimentari. Contributi 1-14. - Boll. Soc. Naturalisti, Napoli 1932; Studi sugli insetti dannosi ai semi e ai viveri nella Venezia Tridentina. I. Comportamento biologico della Plodia interpunctella Hb, Studi Trent. Sci. Nat., 1938; Trattamenti invernali e scelta dell'antiparassitario, Tip. Ed. Elettra, Bolzano 1938; Osservazioni biologiche sul tonchio dei fagioli (Acanthoscelides obtectus Say) nella Venezia Tridentina, Reda 1939; Entomologia merceologica; risultati di studi e ricerche, osservazioni e fondamenti, Tip. A. Nappa, 1939; La mosca domestica : vita, danni, lotta e osservazioni nella Venezia Tridentina, Tip. Editrice Elettra, Bolzano 1939; I risultati di un quadriennio di esperienze con fitofarmaci economici ed autarchici, Arti Grafiche Saturnia, Trento 1939; Trattamenti sperimentali ai peschi e istruzioni pratiche, Tip. Pio Mariz, Bolzano 1940; Sperimentazioni fitosanitarie e istruzioni pratiche ai frutticultori, 1941; Contro l'acaro rosso (Paratetranichus pilosus Can. et Fanz.), Cappelli 1950; Gli insetti delle derrate come materiale per ricerche biologiche. Contributi 1-14. Symposia Genetica, vol. II “Genetica ed Entomologia, Tipografia del Libro, Pavia 1954; Lezioni di ecologia attuale e biodinamica, Edizione Università degli Studi di Bari, 1964.
Tra le sue numerose scoperte ricordiamo l’accurata descrizione del ciclo biologico di numerosi parassiti di derrate alimentari; la scoperta dell’azione asfissiante della calciocianammide sugli insetti (scoperta menzionata nel prestigioso trattato Chimica agraria di Ugo Pratolongo e Angelo Menozzi, pubblicato da Hoepli nel 1931); l’intuizione delle proprietà allergizzanti di deiezioni e spoglie di Acari; la scoperta dell’a-zione distruttrice dei polisolfuri (al posto dei preparati cuprici) nella lotta contro i parassiti delle piante da frutto.
Grande difensore dell’ambiente, con parecchio anticipo sul riconoscimento ufficiale, previde il turbamento degli equilibri naturali a causa dell’uso indiscriminato del dicloro-difenil-tricloro-etano (DDT) e degli esteri fosforici in agricoltura. Giovanni Liotta - a tal proposito -, afferma che Candura «per primo pose l’accento sulle gravi conseguenze - anche sul piano economico - delle turbative degli equilibri naturali indotte dall’uso massiccio e indiscriminato di prodotti di sintesi in agricoltura.»
«È tra i pochi responsabili - continua Liotta -, della difesa fitosanitaria a suonare in quel periodo (1946-1950) il campanello di allarme, anche se rimasto inascoltato nella falsa convinzione che non rispondesse alle esigenze di un’agricoltura moderna e competitiva. A distanza di mezzo secolo, le preoccupazioni di Candura riacquistano l’originaria validità e, anzi, sono alla base di un’agricoltura sostenibile ed ecocompatibile, in cui i parametri da privilegiare sono non tanto la quantità ma la qualità della produzione, che va ottenuta nel rispetto dell’ecosistema, dell’interesse dell’agricoltore, della salute del consumatore. Con il suo grido d’allarme Candura precede di 12 anni la pubblicazione di Rachel Carson, Silent Spring (primavera silenziosa), che vastissima eco avrà in tutto il mondo e che inviterà a riflettere sulle conseguenze negative dell’uso indiscriminato dei prodotti fitosanitari. Esattamente come aveva fatto, 12 anni prima, il Candura.»
A questa presa di coscienza si ricollegano l’impegno e l’opera del più noto degli allievi di Candura, che nel presentare l’ultima edizione della sua opera principale, firmata anche da Stefano Massimo Candura, sottolinea «come l’Uomo abbia fondato il proprio sistema produttivo sulla lotta alla foresta, cioè sulla distruzione della flora terrestre esercitata inizialmente per ottenere terreni coltivabili e per allevare bestiame, successivamente per realizzare spazi per insediamenti umani e per vie di comunicazione, nonché per produrre legna destinata a riscaldare ambienti di vita e di lavoro, infine per insediare industrie per la fabbricazione di prodotti vari e per altri scopi ancora. Vincendo la foresta l’Uomo ha però provocato inaridimento o desertizzazione di gran parte delle terre emerse terrestri.»
Dopo aver elencato tutta una serie di turbative degli equilibri naturali prodotte dall’uomo che dimostrano come il danno alla natura si riveli danno economico per l’uomo, sottolinea «come il sistema produttivo si basi su un atteggiamento predatorio nei confronti della natura: l’Uomo ha infatti sempre fondato la propria sopravvivenza, e poi la propria espansione, sulla caccia, sulla pesca, su la cattura e l’addomesticamento degli animali, sullo sfruttamento il più possibile intensivo di qualsiasi risorsa a sua disposizione, inclusi i propri simili; tale atteggiamento da rapace predone si dimostra dannoso anche sul piano economico, dal momento che è stato causa del sempre più elevato inquinamento dell’aria, delle acque, del suolo, dei viventi incluso lo stesso Uomo.»
Nel 1917 l’entomologo Antonio Berlese dedicava un capitolo del volumetto “Insetti delle Case e dell’Uomo e malattie che diffondono” agli infestanti delle derrate nelle abitazioni, senza fornire però particolari indicazioni di difesa. Si deve quindi considerare Giuseppe Salvatore Candura (1899-1974) come capostipite dell’Entomologia merceologica, con particolare riferimento allo studio della biologia di insetti infestanti le derrate e ai mezzi di lotta.
Il Candura, a Portici, sotto la guida di Filippo Silvestri, pubblicò nel 1926 uno studio su Sitotroga cerealella. Di grande interesse, in questo primo contributo e nei numerosi lavori che Candura produsse in seguito, sono i dati sull’importanza delle diverse specie, la consistenza dei danni procurati e i mezzi utilizzati per combatterle.
Poiché la granella veniva reimpiegata in azienda come semente, era molto temuto l’effetto delle infestazioni sulla germinabilità. In quei tempi gli attacchi parassitari potevano raggiungere livelli molto alti e la preoccupazione riguardava prioritariamente le perdite di prodotto, mentre minore importanza era attribuita al deterioramento qualitativo. Alcuni suoi studi riguardano inoltre le gallette militari, farine di varia origine e la pasta alimentare.
Le ricerche, condotte con rigore, forniscono informazioni sui tempi di sviluppo delle diverse specie e su molti particolari del ciclo biologico, risultando ancora oggi importanti riferimenti.
Con il passaggio di Candura all’Osservatorio Fitopatologico di Bolzano, alla fine degli anni ’30, diminuiscono le pubblicazioni di entomologia merceologica, a favore di quelle di entomologia agraria.
È interessante ricordare come egli già nel 1939 affermasse che ”l’Entomologia merceologica sarà una Scienza che in un prossimo domani diverrà materia di insegnamento nelle Università, specialmente nelle Facoltà di Economia e Commercio, di Agraria e di Scienze naturali”.
Gli ultimi anni ’40 del secolo scorso segnano l’intensificarsi di fenomeni di trasformazione sociale e lo sviluppo dell’industria alimentare a cui già si è fatto cenno.
Scienziato aperto e partecipe della vita del suo tempo, Candura dedicò tutta la sua vita allo studio e all’insegnamento. Morì, infatti, nel 1973, sul campo, mentre presiedeva una commissione di esami a Cosenza.

Nessun commento:

Posta un commento