Don Giuseppe Bonfirraro
Giuseppe Bonfirraro nasce a Barrafranca il 13
marzo del 1939, da padre contadino e madre casalinga. Dopo gli studi classici,
entra nel seminario vescovile di Piazza Armerina (EN) dove viene ordinato sacerdote,
il 28 giugno 1964, da S.E. Rev.ma Mons. Antonino Catarella.
All’inizio del
suo mandato pastorale fu inviato ad esercitare il suo ministero presso la
chiesa Madre di Barrafranca come vice parroco e contemporaneamente insegna
religione cattolica negli istituti scolastici di Gela.
Nel settembre
1987, viene nominato parroco della chiesa di Maria SS. della Stella, dove si
dedica a tempo pieno al culto della Madonna, patrona di Barrafranca. Durante il
suo ministero sacerdotale fu un grande prete, gioviale, generoso, disponibile e
preparato. E questa sua gioia di vivere non gli venne meno nemmeno quando un
male maligno cominciò a minargli il
corpo e l’anima. Nonostante le sofferenze, a volte atroci, egli continuava a
svolgere il suo ministero e a dedicarsi ai suoi parrocchiani.
«La sua
esistenza - scrive Gaetano Vicari, suo grande amico -, è stata accompagnata per molti
anni dalla malattia, che egli ha trascurato per gli impegni del suo ministero sacerdotale, al quale consacrava tutto se stesso,
con una dedizione totale. Non ricordo in quanti ospedali sia stato ricoverato,
o quanti interventi, sempre più lunghi e dolorosi, abbia subito: ogni volta
però ritornava, come ricaricato di novello fervore, per dedicare la sua vita
alla gente, specialmente ai bisognosi.»
«Nonostante
i numerosi impegni pastorali - scrive Gaetano Vicari -, riusciva a trovare
sempre un po’ di tempo da dedicare alla pittura, per la quale nutriva tanto
amore e tanta passione. Mi resterà sempre impresso nella memoria il suo tocco
leggero… il suo modo tutto particolare di sfiorare la tela con il pennello…»
I suoi esordi
artistici (avvenuti nel 1960) si collocano nel solco di una pittura figurativa
dove prevale la spontaneità, il sentimento e la fede in Dio.
Innamorato della
natura, e per i cavalli in particolare, trasfonde questa sua passione in
numerosi quadri che, assieme a quelli con tema religioso, costituiscono la
maggiore produzione pittorica.
Alle mostre cui
partecipava riceveva lusinghieri consensi sia dal pubblico che dalla critica
più attenta. «Le sue opere - ebbe a scrivere un critico -, si possono definire
ricche di sentimento e i suoi quadri sono da considerarsi, quasi solitamente,
l’insieme di piccoli mondi creati precedentemente e poi riuniti in un’unica
opera.»
«Nei sui quadri
- scrive Eleonora Vernasca -, crea dei piccoli mondi: così come la creazione è
il risultato di parecchie creazioni in cui la precedente è sempre compiuta
dalla seguente, un suo quadro è un insieme armonico formato da una serie di
quadri sovrapposti in cui ogni particolare si aggiunge alla realtà e la innalza
di un grado verso la perfezione, così che l’universo visibile non diviene altro
che un caledoscopico magazzino di immagini, sensazioni, segni.»
Don Bonfirraro,
nel corso degli anni, si scopre anche valente ritrattista espressivo, tanto che
numerosi parrocchiani, ma anche estimatori, gli richiedono il ritratto di un
proprio congiunto e don Giuseppe non diceva mai di no. E a proposito dei suoi
ritratti così ebbe a scrivere il critico F. Rossi: «Ritrattista incisivo,
Giuseppe Bonfirraro sa raggiungere effetti singolari in quelle opere che
rappresentano interrogativi inquietanti che testimoniano la sua appartenenza
all’area della pittura figurativa più attuale e aderente alla condizione
esistenziale dell’uomo contemporaneo. Più che un’espressione concettuale del
visivo, il suo mondo poetico coglie la presenza della quotidianità in cui le
cose vivono, esaltando l’incidenza della luce sulle superfici e sui piani a scandire
il fluire del tempo.»
Gesù di Zeffirelli
(olio su tela)
Altra lusinghiera critica l’ebbe da E. Moro: «Di estrazione fedelmente
realistica, la figurazione di Giuseppe Bonfirraro non rinuncia tuttavia a
conferire alle immagini un valore altamente simbolico che ne qualifichi la
valenza morale e ne accresca la pregnanza comunicativa volta ad esprimere un
contenuto di chiara e a volte esplicita leggibilità . Il fattore illuministico
che non rifugge da effetti di grande efficacia espressiva quali improvvisi
bagliori e controluce, diviene in tale contesto determinate quale strumento di
rivelazione della forma che assume evidenza plastica nell’incisività del colore
deciso e dei contrasti, nonché nel dinamismo compositivo accentuato dal gesto
spesso tramutato in atteggiamento carico di un più che evidente significato che
si vuole porre senza mediazioni o infingimenti alla comprensione di tutti.»
Ma di don Bonfirraro, oltre a quelli citati, si sono occupati anche
altri critici tra cui: Laura Capellini, G. Tenghi Scinardo, Roberto Mangione,
Guglielmo Ara, Antonio Napolitano, Giuseppe Citro, Carmine Manzi, Giuseppe
Bonincontro, Angioletta Giuffrè, Maria Vittoria Borghese e Luigi Barbaro.
Numerose le
mostre a cui ha partecipato ottenedo sempre lusinghiere critiche e numerosi
premi, sia in Italia che all’estero.
Per la sua
produzione artistica e per le sue benemerenze nel campo dell’arte è stato
incluso, honoris causa, nell’annale
degli Artisti Celebri, Grandi Opere da Collezione, dell’Ente Europeo
Manifestazioni d’Arte.
Numerosi anche i riconoscimenti ottenuti nel corso della sua
carriera artistica.
Nel 1975
viene nominato accademico di merito, sezione arti, presso l’Accademia Internazionale
di Pontzen, con attestato dell’8/11/1975.
Nel 1981
viene nominato accademico di merito, sezione arti, presso l’Accademia Internazionale
Costantiniana, con attestato del 15/1/1981.
Altri riconoscimenti furono quello di: Senatore Accademico
dell’Istituto Superiore Internazionale di Studi Umanistici; Maestro Accademico
dell’Accademia dei Maestri, castello di Pralboino (Brescia); Professore honoris
causa in Discipline Umanistiche della Interamerican University of Humanistic
Studies, rilasciato dal rettorato per l’area europea, Statuto dell’Istituto
Europeo di Cultura, Calvalone (Crotone); Socio benemerito dell’Associazione
Culturale Regionale “amici del presepio”.
Nel 2000 fonda
la Corale Polifonica interparrocchiale "Maria SS. della Stella" di Barrafranca,
la quale oggi è formata da trenta artisti.
«Padre
Bonfirraro - afferma Vicari -, rivive in ogni suo quadro, creato con una sensibilità
artistica fuori dal comune: in ogni suo dipinto c’è un pezzetto della sua vita,
con la sua gioia, il suo tormento, la sua serenità, la sua indignazione, la sua
sofferenza, e soprattutto la sua fede profonda.»
Don Giuseppe
muore il 16 dicembre 2009.
SALVATORE LICATA
GAETANO VICARI
Cavalli allo stato brado
(olio su tela)
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