lunedì 5 gennaio 2015


Don Giuseppe Bonfirraro



Giuseppe Bonfirraro nasce a Barrafranca il 13 marzo del 1939, da padre contadino e madre casalinga. Dopo gli studi classici, entra nel seminario vescovile di Piazza Armerina (EN) dove viene ordinato sacerdote, il 28 giugno 1964, da S.E. Rev.ma Mons. Antonino Catarella.
All’inizio del suo mandato pastorale fu inviato ad esercitare il suo ministero presso la chiesa Madre di Barrafranca come vice parroco e contemporaneamente insegna religione cattolica negli istituti scolastici di Gela.
Nel settembre 1987, viene nominato parroco della chiesa di Maria SS. della Stella, dove si dedica a tempo pieno al culto della Madonna, patrona di Barrafranca. Durante il suo ministero sacerdotale fu un grande prete, gioviale, generoso, disponibile e preparato. E questa sua gioia di vivere non gli venne meno nemmeno quando un male maligno cominciò a minargli il corpo e l’anima. Nonostante le sofferenze, a volte atroci, egli continuava a svolgere il suo ministero e a dedicarsi ai suoi parrocchiani.
«La sua esistenza - scrive Gaetano Vicari, suo grande amico -, è stata accompagnata per molti anni dalla malattia, che egli ha trascurato per gli impegni del suo ministero sacerdotale, al quale consacrava tutto se stesso, con una dedizione totale. Non ricordo in quanti ospedali sia stato ricoverato, o quanti interventi, sempre più lunghi e dolorosi, abbia subito: ogni volta però ritornava, come ricaricato di novello fervore, per dedicare la sua vita alla gente, specialmente ai bisognosi.»
«Nonostante i numerosi impegni pastorali - scrive Gaetano Vicari -, riusciva a trovare sempre un po’ di tempo da dedicare alla pittura, per la quale nutriva tanto amore e tanta passione. Mi resterà sempre impresso nella memoria il suo tocco leggero… il suo modo tutto particolare di sfiorare la tela con il pennello…»
I suoi esordi artistici (avvenuti nel 1960) si collocano nel solco di una pittura figurativa dove prevale la spontaneità, il sentimento e la fede in Dio.
Innamorato della natura, e per i cavalli in particolare, trasfonde questa sua passione in numerosi quadri che, assieme a quelli con tema religioso, costituiscono la maggiore produzione pittorica.
Alle mostre cui partecipava riceveva lusinghieri consensi sia dal pubblico che dalla critica più attenta. «Le sue opere - ebbe a scrivere un critico -, si possono definire ricche di sentimento e i suoi quadri sono da considerarsi, quasi solitamente, l’insieme di piccoli mondi creati precedentemente e poi riuniti in un’unica opera.»
«Nei sui quadri - scrive Eleonora Vernasca -, crea dei piccoli mondi: così come la creazione è il risultato di parecchie creazioni in cui la precedente è sempre compiuta dalla seguente, un suo quadro è un insieme armonico formato da una serie di quadri sovrapposti in cui ogni particolare si aggiunge alla realtà e la innalza di un grado verso la perfezione, così che l’universo visibile non diviene altro che un caledoscopico magazzino di immagini, sensazioni, segni.»
Don Bonfirraro, nel corso degli anni, si scopre anche valente ritrattista espressivo, tanto che numerosi parrocchiani, ma anche estimatori, gli richiedono il ritratto di un proprio congiunto e don Giuseppe non diceva mai di no. E a proposito dei suoi ritratti così ebbe a scrivere il critico F. Rossi: «Ritrattista incisivo, Giuseppe Bonfirraro sa raggiungere effetti singolari in quelle opere che rappresentano interrogativi inquietanti che testimoniano la sua appartenenza all’area della pittura figurativa più attuale e aderente alla condizione esistenziale dell’uomo contemporaneo. Più che un’espressione concettuale del visivo, il suo mondo poetico coglie la presenza della quotidianità in cui le cose vivono, esaltando l’incidenza della luce sulle superfici e sui piani a scandire il fluire del tempo.»



Gesù di Zeffirelli
(olio su tela)


Altra lusinghiera critica l’ebbe da E. Moro: «Di estrazione fedelmente realistica, la figurazione di Giuseppe Bonfirraro non rinuncia tuttavia a conferire alle immagini un valore altamente simbolico che ne qualifichi la valenza morale e ne accresca la pregnanza comunicativa volta ad esprimere un contenuto di chiara e a volte esplicita leggibilità . Il fattore illuministico che non rifugge da effetti di grande efficacia espressiva quali improvvisi bagliori e controluce, diviene in tale contesto determinate quale strumento di rivelazione della forma che assume evidenza plastica nell’incisività del colore deciso e dei contrasti, nonché nel dinamismo compositivo accentuato dal gesto spesso tramutato in atteggiamento carico di un più che evidente significato che si vuole porre senza mediazioni o infingimenti alla comprensione di tutti.»
Ma di don Bonfirraro, oltre a quelli citati, si sono occupati anche altri critici tra cui: Laura Capellini, G. Tenghi Scinardo, Roberto Mangione, Guglielmo Ara, Antonio Napolitano, Giuseppe Citro, Carmine Manzi, Giuseppe Bonincontro, Angioletta Giuffrè, Maria Vittoria Borghese e Luigi Barbaro.
Numerose le mostre a cui ha partecipato ottenedo sempre lusinghiere critiche e numerosi premi, sia in Italia che all’estero.
Per la sua produzione artistica e per le sue benemerenze nel campo dell’arte è stato incluso, honoris causa, nell’annale degli Artisti Celebri, Grandi Opere da Collezione, dell’Ente Europeo Manifestazioni d’Arte.
Numerosi anche i riconoscimenti ottenuti nel corso della sua carriera artistica.
Nel 1975 viene nominato accademico di merito, sezione arti, presso l’Accademia Internazionale di Pontzen, con attestato dell’8/11/1975.
Nel 1981 viene nominato accademico di merito, sezione arti, presso l’Accademia Internazionale Costantiniana, con attestato del 15/1/1981.
Altri riconoscimenti furono quello di: Senatore Accademico dell’Istituto Superiore Internazionale di Studi Umanistici; Maestro Accademico dell’Accademia dei Maestri, castello di Pralboino (Brescia); Professore honoris causa in Discipline Umanistiche della Interamerican University of Humanistic Studies, rilasciato dal rettorato per l’area europea, Statuto dell’Istituto Europeo di Cultura, Calvalone (Crotone); Socio benemerito dell’Associazione Culturale Regionale “amici del presepio”.
Nel 2000 fonda la Corale Polifonica interparrocchiale "Maria SS. della Stella" di Barrafranca, la quale oggi è formata da trenta artisti.
«Padre Bonfirraro - afferma Vicari -, rivive in ogni suo quadro, creato con una sensibilità artistica fuori dal comune: in ogni suo dipinto c’è un pezzetto della sua vita, con la sua gioia, il suo tormento, la sua serenità, la sua indignazione, la sua sofferenza, e soprattutto la sua fede profonda.»
Don Giuseppe muore il 16 dicembre 2009.
SALVATORE LICATA
GAETANO VICARI



Cavalli allo stato brado

(olio su tela)

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