domenica 28 dicembre 2014


Don Salvatore Russo





Salvatore Russo nasce a Barrafranca il 2 marzo 1893 da Girolamo e da Maria Stella La Zia. Poche, scarne notizie si hanno sulla vita e sulla missione di apostolato che condusse in Cina. Tutto ciò che siamo riusciti a sapere, lo dobbiamo ai pochi ricordi di qualche parente che, purtroppo, all’epoca era adolescente e quindi ricorda ben poco.
Dopo aver frequentato le scuole elementari di Barrafranca, Salvatore Russo si trasferisce a Piazza Armerina dove, seguendo la propria vocazione, frequenta il seminario vescovile. Il 16 luglio 1916 viene ordinato sacerdote da mons. Mario Sturzo, vescovo di Piazza Armerina.
Nel 1918 partecipa, come Cappellano militare, alla prima guerra mondiale, al termine della quale, ritorna a Barrafranca ricevendo una calda accoglienza da parte dei fedeli.
Spirito missionario e intraprendente, don Salvatore Russo, ottenuto il permesso dai suoi superiori, partì come missionario per la Cina. Qui, tra non poche difficoltà, portò la parola di Dio ed evangelizzò, assieme ad altri confratelli, una vasta area dell’immenso territorio asiatico. Per essere più vicino alla popolazione, don Russo imparò a parlare e a scrivere il cinese svolgendo così la duplice funzione di evangelizzatore e di educatore. Numerose, infatti, furono le persone, soprattutto bambini, che grazie a lui impararono a leggere e a scrivere.
Arrivato in Cina mentre erano ancora in atto fermenti politici-culturali, don Salvatore si trovò a svolgere il suo ministero di evangelizzatore in un ambiente fortemente ostile, specie dal punto di vista religioso. Molti furono, infatti, i missionari cattolici perseguitati, incarcerati, torturati e, in alcuni casi uccisi. Anche don Russo ebbe a subire la persecuzione e, catturato, sottoposto a inaudite sevizie. Fu legato e bastonato a sangue fino a quando fu creduto morto. Nonostante le gravi ferite e lo stato di indigenza in cui era stato tenuto, riuscì a scappare e a rifugiarsi a casa di una famiglia cinese che, nonostante il grave pericolo a cui andava incontro, lo tenne nascosto in una fossa per circa tre mesi.
Grazie all’intervento di alcuni confratelli dell’ordine di San Vincenzo di Chicago riuscì a riparare in America, svolgendo il proprio ministero sacerdotale nella chiesa italiana di “San Filippo Bonizi”. Qui ebbe modo di incontrare diversi compaesani, tra cui un certo Gaetano “Taniddu” Piazza, suo amico d’infanzia, con cui trascorreva i pochi momenti liberi che aveva.
Da Chicago, prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale, padre Russo si trasferì a Filadelfia, sede dell’Ordine di San Vincenzo.
Durante la sua permanenza in America, don Russo, non mancò di aiutare la chiesa barrese. Diverse volte, infatti, inviò del denaro sia alla Parrocchia Maria SS. delle Grazie sia alla chiesa Madre per provvedere all’acquisto di arredi sacri o di quant’altro necessitasse alle due parrocchie.
Morì a Filadelfia l’8 dicembre 1959.
Salvatore Licata

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