Emanuele Pinnisi
Emanuele Pinnisi
in età giovanile
Emanuele Pinnisi nasce a Barrafranca
il 4 marzo 1909 da Salvatore e da Annunziata Piazza. Sin dalla più tenera età Emanuele
mostra una versatile inclinazione per l’arte in generale e per la scultura in
particolare.
Terzo di una
folta schiera di fratelli e sorelle, ben 16 (quattro nati da Annunziata Piazza
e 12 da Crocifissa Faraci, seconda moglie del padre), Emanuele, dopo aver
compiuto i primi studi nella sua Barrafranca, abbandona giovanissimo il proprio
paese per cercare fortuna in terra straniera. Spirito libero ed di indole estroversa,
Pinnisi cerca spazi per dare sfogo alla sua inclinazione, ma Barrafranca, evidentemente, era troppo
piccola per permettergli di realizzare i suoi sogni. Ed allora cerca spazio
altrove. Nel 1924, infatti, nonostante il padre cercasse di convincerlo a
rimanere, si imbarca sul piroscafo che da Palermo lo porta a Buenos Aires, dove
già si trova suo zio Filippo, fratello della seconda moglie del padre. Aveva
appena 15 anni.
Nonostante le
difficoltà incontrate subito dopo il suo arrivo, e in gran parte appianate
dallo zio che lo ospita per alcuni anni, Emanuele Pinnisi trova lavoro e, nel
1939, ottiene la cittadinanza argentina.
Proseguendo
quella che era la sua vocazione, si iscrive alla Scuola Superiore di Belle Arti
Ernesto de la Carcova e studia disegno e scultura coi maestri Lino Eneas
Spilimbergo e Josè Fioravanti. Alla fine del corso, nel 1953, si laurea a pieni
voti in scultura e, subito, va ad insegnare nella scuola Manuel Belgrano
prima e nella scuola Raggio di Buenos Aires poi.
Nonostante
l’insegnamento gli avesse fatto raggiungere una posizione professionale e
sociale notevole, le innate doti artistiche spinsero Emanuele Pinnisi a
dedicarsi interamente alla scultura.
Nel corso
degli anni Pinnisi matura alcune scelte tematiche e rivela i caratteri più
intimi della sua scultura, conquistando un più solido senso del volume e della
composizione.
A poco a poco l’Artista comincia a farsi strada, ad
emergere e a primeggiare. È in questo periodo che conosce e sposa una giovane
insegnante umbra-argentina, Maria Pierini.
Trasferitosi,
agli inizi del 1969, a Mar del Plata, in una splendida villa con giardino, vi
arriva già con l’aureola di prestigioso scultore. Di lui si occupano anche i
più importanti quotidiani, tra cui El
Trabajo che così lo presenta ai suoi lettori: Ese destacado escultor que
es Manuel Pinnisi, se ha venido a radicar en Mar del Plata, para sumarse a la
ya valiosa pleyade de artistas de nuestra ciudad. Su “corriculum” bastante extenso,
nos exime de una presentación convencional. Porque Pinni-si es nombre nacional,
y es una distinción más hacia “La Feliz” ésta que hace de venir a quedarse
entre nosotros1.
Alejandro Castagnino, capo del Dipartimento delle
Arti Plastiche del Ministero della Cultura Nazionale, così accoglie Pinnisi: Ademas de ser
un autor de relevantes meritos, es un buen amigo2.
Madre coya
(cemento -
1952)
Neptuno
Emanuele Pinnisi, pur partecipando ai movimenti d’avanguardia del
Novecento, sovverte, con la sua opera, la visione prospettico-spaziale
di origine rinascimentale abolendo la prospettiva tradizionale per un moltiplicarsi di punti di vista che esprimano il suo dinamico interagire con lo
spazio circostante.
Il risultato è
una scultura carica di emotività espressionisticamente deformata, scultura che
però non rinuncia mai totalmente ai valori plastici, tutt’al più riproposti in
chiave ironica e demistificata.
Parecchie le
opere dedicate alla donna, un modo per esprimere il segno di devozione verso le
madri, le mogli, le fidanzate di tutto il mondo o, in senso più profondo, alla
biblica madre comune, intesa come progenitrice dell’umanità. Non a caso una
delle sue opere più belle, Omaggio alla donna appunto, decora una delle più
belle piazze di Mar del Plata.
La Madre
(Museo Mar del Plata)
Poveri, ma
essenziali, i materiali a cui Pinnisi affida le sue opere: pietra, legno,
gesso, cemento. Ricchi e prestigiosi, invece, i premi che riceve, partecipando
a numerose esposizioni.
Dal 21 settembre al 21 ottobre 1935, partecipa, a Buenos Aires, al: XXV
Salón Nacional de Artes Plásticas, indetto dalla Direzione Nazionale di Belle
Arti.
Nel 1940 riceve
il premio di merito al Salone Nazionale di Buenos Aires, per l’opera Neptuno, a cui segue, nel 1947, quello del Salone Provinciale di Santa
Fe.
Nel 1949 la
giuria gli assegna il terzo premio al Salone di Bahia Blanca, mentre nel 1950
ottiene un altro premio di merito a Mar del Plata e a Tandil.
Donna che fugge
(Museo Mar del Plata)
Nel 1951 partecipa al 41° Salon Nacional de Artes Plàsticas e viene
segnalato dalla Commissione Nazionale di Cultura. Lo stesso anno ottine il premio adquisicion[3] del
Ministero de Hacien-da per la scultura Neptuno
e viene nominato componente della Commissione Nazionale di Cultura.
Nel 1952 vince
il primo premio al Salone di Mar del Plata con La madre, opera che si trova al Museo Municipale di Belle Arti
della stessa città.
Altri premi adquisicion li
ottiene dal Salone Municipale di Buenos Aires (1954) e dalla Commissione
Nazionale della Cultura (1957).
Nel 1958 ottiene
il secondo premio al Salone Nazionale di Bueenos Aires e il premio estimulo[4]
al Salone di Tucuman.
Nel 1960, il Consejo Nacional de Educacion gli conferisce
il primo premio per la sezione scultura; altri premi gli vengono assegnati al
Salone di Mar del Plata nel 1970 e 1977.
La Vittoria
(Museo Mar del Plata)
Le opere di
Pinnisi figurano nei principali Musei argentini, come quello di Tucuman,
Santiago del Estero, Rosario, Mercedes, San Luis, Mar del Plata, Museo “Eduardo
Sivori” di Buenos Aires, Museo de la Plata, Bahia Blanca, ecc.
Artista di sicuro tratto, Pinnisi infonde nelle forme realizzate una
singolare forza plastica. Le sue “teste”, i suoi “torsi” e le sue “figure”, di
pietra, di legno o di gesso, rivelano il sereno ritmo interno dell’artista
attraverso una grande espressività poetica.
E. Pinnisi in un momento di relax nel suo laboratorio
Emanuele Pinnisi muore a Mar del Plata
il 22 settembre 1981, col rammarico di non aver potuto rivedere la bella Italia
e la sua Barrafranca, ma conscio di aver portato
un pizzico di sicilianità in una terra lontana. Il suo corpo riposa nel cimitero monumentale di La Loma a Mar del Plata.
Il 24 settembre, così dava la notizia il quotidiano La Capital di Mar del Plata: En el cementerio de La Loma fueron
inhumados ayer los despojos mortales del escultor Manuel Pinnisi, fallecido el
martes pasado en esta ciudad, que habìa escogido como residencia...5
1 Quel
distinto scultore che è Manuele Pinnisi, è venuto a risiedere a Mar del Plata,
per aggiungersi alla già valida pleiade di artisti della nostra città. Il suo
“curriculum” abbastanza vasto, non ci esime da una presentazione conveniente.
Perché Pinnisi è uomo nazionale, ed è un’ulteriore distinzione che lo rende
“felice” di venire a stare con noi.
2 Oltre ad essere un autore di grandi meriti,
è un buon amico.
[3] acquisizione.
[4] di merito, di
stima.
5 Nel
cimitero di La Loma furono inumate ieri le spoglie mortali dello scultore Manuel Pinnisi, deceduto martedì scorso
in questa città, che aveva scelto come residenza...
Compiacciuto per l'ottimo articolo, devo segnalare che la fotografia de 1976 che ritrata a Manuel Pinnisi nel suo Studio di Mar del Plata é di mia autoria.
RispondiEliminaOsvaldo Fulgenzi Valencia, 17/02/2020